giovedì 31 ottobre 2013

La Castagna

La Castagna

L'albero delle castagne, il castagno, appartiene alla famiglia delle Fagacee e Castanee, è una pianta molto longeva alto in media dai 15 ai 20 metri ma può tranquillamente raggiungere i 30-35 metri di altezza.

Le castagne vengono comunemente chiamate frutto ma in realtà il vero frutto è costituito dal riccio che le contiene, le castagne ne sono il seme.
 

Frutto sano e nutriente, la castagna è stata in passato un alimento essenziale del popolo, non più tardi di qualche decennio fa le castagne rappresentavano la base dell'alimentazione quotidiana delle popolazioni di montagna, tanto da guadagnarsi l'appellativo di "pane dei poveri".
 

In seguito, con l'arrivo del "benessere" il loro utilizzo è stato ridotto di molto a favore di prodotti più raffinati.
 

I castagneti da frutto sono ormai molto ridotti in Italia, in seguito al mal dell'inchiostro e al cancro.
 

Nell’ultimo decennio la castanicoltura ha segnato, in Italia, un’interessante ripresa.
Numerosi vecchi castagneti da frutto sono stati sottoposti ad una potatura di ringiovanimento, l’infezione del cancro della corteccia sta registrando una fase di regresso.
 

Le castagne sono un alimento molto versatile e possono essere consumate in svariati modi: arrostite sul fuoco, bollite, cotte al forno e secche.
 

La castagna è composta per circa il 50% da acqua, da carboidrati 45%, proteine, grassi, fibre e ceneri.
Discreta la presenza di minerali tra cui annoveriamo sodio, calcio, fosforo, magnesio, ferro, potassio, zinco, rame e manganese. 
Per quanto riguarda le vitamine troviamo le vitamine A, B1, B2, B3, B5, B6, B9 (acido folico), B12, C e D.
Tra gli aminoacidi presenti nelle castagne citiamo l'acido aspartico, l'acido glutammico, arginina, alanina, glicina, leucina, prolina, serina e treonina. 

Castagne
Grazie al loro ottimo contenuto in Carboidrati complessi, le castagne sono un vero e proprio alimento base, in grado di sostituire i più pregiati cereali.

Queste caratteristiche, unite all'ottima digeribilità, rendono la castagna un alimento ideale anche per gli sportivi.

Non a caso lo storico greco Senofonte, vissuto tra il 430 ed il 355 a.C, definì il maestoso castagno come l'albero del pane.
Questo alimento si consumava e si consuma tuttora soprattutto arrostito (caldarrosta), candito e lesso (ballotta).
Dalle castagne si ricava anche l'omonima farina, ingrediente base di molti dolci (castagnaccio), polente e del cosiddetto "pane d'albero", tipico di alcune zone di Montagna del Piemonte al confine con la Francia e Valle d'Aosta.

pane d'albero", tipico di alcune zone di Montagna del Piemonte al confine con la Francia e Valle d'Aosta. Capane d'albero", tipico di alcune zone di Montagna del Piemonte al confine con la Francia e Valle d'Aosta.Durante la cottura buona parte dell'amido si riduce in zuccheri semplici, conferendo alle castagne il tipico sapore dolciastro e rendendole controindicate a chi soffre di diabete.

Ulteriori impieghi delle castagne 


Grazie al loro elevato valore nutritivo, sono indicate in caso di avitaminosi, anemia e debilitazione. 
L'infuso ed il decotto, ricchi di tannini, sono utili in caso di bronchiti e diarrea. 
Grazie alla loro azione antisettica i gargarismi con l'infuso di foglie di castagno sono un ottimo rimedio contro infiammazioni di gola e bocca.

L'acqua di bollitura delle castagne costituisce un ottimo fertilizzante per le piante.


Premetto che le castagne non contengono glutine e sono quindi consumabili da tutte le persone interessate dal morbo celiaco.
La castagna è molto digeribile ed è consigliata in casi di inappetenza.

Grazie all'abbondante  presenza di fibre sono molto utili per la funzionalità dell'intestino. 

In virtù della presenza dell'acido folico la castagna è anche consigliata in casi di gravidanza in quanto quest'ultimo è in grado di prevenire l'insorgere di alcune malformazioni a livello fetale. 

Essendo ricche di minerali le castagne sono particolarmente indicate per chi soffre di stanchezza cronica, per chi deve riprendere le forze dopo l'influenza e per bambini ed anziani. 

Il potassio è utile per rinforzare i muscoli, il fosforo collabora alla costituzione del tessuto nervoso, lo zolfo è antisettico  e disinfettante, il sodio è utile alla digestione, il magnesio agisce sulla rigenerazione dei nervi.

Grazie alla presenza di vitamina B e di fosforo, le castagne contribuiscono al mantenimento dell'equilibrio nervoso e, grazie alla presenza di zuccheri, possono costituire un alimento alternativo per i bambini allergici al latte.


Le castagne possono essere bollite, oppure arrostite sul fuoco o al forno, e vengono usate per preparare dolci ( il famoso montebianco e castagnaccio da frigo), creme, marmellate, torte, frittelle, ma anche per ripieni dolci (crepes, torte, frittelle,ecc…) e salati (per farcire tacchini, polli, maialini, ecc…), per preparare pasta fresca (tagliatelle, ravioli, gnocchi, maltagliati, ecc…), o minestre e zuppe.

Con la farina di castagne è possibile confezionare torte (castagnaccio da forno), frittelle di castagne, crepes, mousse, polenta.


Per chi ancora non ne fosse a conoscenza le castagne si possono cuocere con il microonde ed ottenere così una cottura molto simile a quella da cui si ottengono le caldarroste. 
Per ottenere questo risultato è necessario però avere un forno a microonde dotato almeno di grill, meglio ancora se di piatto crisp.
La cosa a cui bisogna prestare più attenzione sono i tagli che vanno praticati sulle castagne prima di cuocerle. 

Per ogni castagna vanno praticate due, tre incisioni, in modo deciso e profondo.
Questo per evitare che durante la cottura "esplodano" letteralmente sporcando in modo pesante l'interno del forno. 
Infatti il tipo di cottura a microonde accentua la possibilità che le castagne possano esplodere.

Per quanto riguarda le regolazione della potenza di cottura si consiglia di procedere con la cottura combinata microonde-grill e di impostare il microonde ad una potenza medio alta.

Iil tempo di cottura è determinato dalla quantità di castagne che si andranno a cuocere, più alto sarà il numero di castagne e maggiore sarà il tempo impiegato dal forno per cuocerle.

In genere, le castagne piccole sono destinate alla bollitura mentre quelle medie e grandi sono più adatte per essere arrostite.

Queste vanno incise prima della cottura con un taglio poco profondo di 2-3 cm. di lunghezza, e necessitano di una cottura più attenta, a fuoco moderato, per non bruciare la parte esterna lasciando crudo l'interno.
Le castagne cadono spontaneamente dall'albero da settembre a dicembre, periodo nel quale vengono raccolte.


Per conservare le castagne fresche, potete stenderle su un unico strato in un cesto, in un luogo fresco ed arieggiato, e potete lasciarle così per 2 settimane.

Se volete congelarle, fatelo con tutta la buccia, lavandole, asciugandole ed incidendole con un taglietto, potete conservarle fino ad 1 anno. 

Le castagne possono essere congelate crude e poi scongelate e cotte immediatamente, oppure possono essere congelate già arrostite e sgusciate, in questo modo si possono conservare anche per 6 mesi. 




Potrebbe interessarti: http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/castagne.html

martedì 29 ottobre 2013

Coltivazione del Cavolfiore

Informazioni sul Cavolfiore

Il Cavolfiore (Brassica oleracea var. botrytis) appartiene alla famiglia delle Cruciferae - Brassicaceae ed è coltivato in Italia sin dal Settecento.
Ha numerose proprietà benefiche in quanto rinforza le difese immunitarie, può aiutare nella prevenzione dei tumori, è utile contro ulcere e dolori intestinali.
Il tipico cattivo odore che emana durante la cottura è dovuto all'evaporazione dello zolfo in esso contenuto.

Condizioni climatiche

Per coltivare il cavolfiore è preferibile un clima mite e fresco, con temperature non troppo alte, perché già a 20 gradi inizia a dare segni di sofferenza.
Temperature troppo basse invece possono danneggiare le piante giovani causando l'arresto della formazione dell'infiorescenza, cioè della parte commestibile, facendo perdere il raccolto.

Terreno

Il terreno adatto in cui piantare il cavolfioreè a medio impasto, cioé mescolato ad argilla, sabbia, torba, pietre e ghiaia, per favorire il drenaggio dell'acqua.
Prima di procedere alla messa a dimora delle piantine di cavolfiore è necessario preparare il terreno lavorandolo profondamente con l'aiuto di una zappa, in modo da arieggiare il terreno.
È consigliata una sarchiatura del terreno con un sarchiatore o un rastrello per eliminare le erbe infestanti prima della messa a dimora delle piantine.

Semina in semenzaio e messa a dimora delle piantine

Può essere effettuata da gennaio a settembre in semenzaio.
Si procurano i semi di cavolfiore li si adagia in semenzaio in buche profonde 1-2 cm e infine li si ricopre con un sottile strato di terreno.
A questo punto si procede con una leggera innaffiatura, utilizzando uno spruzzino o l'innaffiatoio con una sottile doccetta per evitare di smuovere i semi.
Dopo circa una settimana si vedranno i primi germogli uscire dal terreno: appena sarà spuntata la sesta foglia vera, cioè dopo circa 40 giorni, e le piantine avranno raggiunto i 20cm di altezza circa, sarà possibile trapiantarle con molta delicatezza e facendo attenzione a non danneggiare le radici.

Annaffiatura, Concimazione e Potatura

Le innaffiature devono essere frequenti, ma bisogna evitare i ristagni d’acqua.
Prima della messa a dimora delle piantine si concima il terreno con concime organico come compost o letame.
Foglie marce o attaccate da parassiti o funghi vanno eliminate con un coltello o una forbice disinfettata, praticando un taglio netto ed obliquo.

La Raccolta

Si effettua quando lo sviluppo delle infiorescenze è completato, facendo attenzione a non aspettare che i fiori iniziano a separarsi. 
In autunno i cavolfiori vanno colti prima dell’arrivo delle gelate ma, se non fossero ancora pronti, li si può trapiantare in un luogo ben illuminato e protetto ed aspettare che la crescita sia completa.



sabato 26 ottobre 2013

salampatata - Salame di Patate

salampatata - Salame di Patate
La cucina piemontese è ricca di prodotti tipici e specialità completamente sconosciute al di fuori dei confini regionali.

Il “salame di patate”, in dialetto “salampatata”, è un insaccato prodotto esclusivamente in una zona molto piccola del Piemonte, denominata Canavese, situata all’estremo nord della provincia di Torino.

Preparato con lo scopo atavico di non sprecare nulla della preziosa carne del maiale, secondo la tradizione contadina, il salame di patate viene ancora oggi realizzato il giorno stesso dell della macellazione, mescolando un impasto di carni magre e grasse con patate bollite e un misto di aromi naturali, tra cui pepe, noce moscata e cannella.
Il periodo di preparazione va da settembre a marzo, prima che le patate fermentino.

l risultato è un insaccato fresco, morbido e profumato, dal sapore delicato e inimitabile, che però è soggetto a deperimento e va consumato in tempi brevi, meno di una settimana.

Il cugino valdostano del salame di patate, è "le boudin", che invece è stagionato e si può trovare maggiormente sui mercati.
Non è la stessa cosa, ma può rendere l’idea.

L’alternativa è una gita in Canavese.

E’ possibile gustare il salame di patate crudo, spalmato sul pane, o cotto in varie preparazioni che vanno dal risotto, alla polenta, che è buona con tutto!, alla frittata e addirittura alla pizza, in un sorprendente connubio interregionale di sapori.

E’ squisito anche appena scaldato in forno oppure cotto in padella con la panna.

giovedì 24 ottobre 2013

All'apicoltore non far sapere quanto è buona la toma con il miele.

All'apicoltore non far sapere quanto è buona la toma con il miele.


Abbinamenti Miele e Formaggio



Ho con proposito ‘manipolato' un detto popolare, per introdurre il matrimonio d'eccellenza dei formaggi con i mieli.

L'abbinamento Formaggi e Mieli è oggi molto stimato dai buoni palati e certamente ha contribuito a diffondere la diversità di gusto tra i tanti e diversi mieli.

Il gusto è una scelta personale, anzi spesso è una scoperta individuale, perché da sempre è buono ciò che piace.

Il consiglio di partenza è semplice: il contrasto di sapori esalta le differenti peculiarità; per esempio un formaggio piccante sposa meglio la dolcezza di un miele delicato, viceversa un formaggio poco sapido sceglie di più un miele dal sapore forte e deciso.

  • ASIAGO Miele: Di castagno
  • BRIE Miele: Millefiori
  • FORMAGGI CAPRINI - Miele: di acacia, millefiori, di trifoglio, di erba medica 
  • CACIOTTA - Miele: di castagno
  • FONTINA Miele: Millefiori
  • FORMAGGIO DI FOSSA - Miele: di erica
  • GORGONZOLA Miele: di acacia, e millefiori
  • GRANA Miele: di castagno
  • ROBIOLA Miele: Miele di acacia
  • TOMA Miele: Miele di acacia
  • MEDIA STAGIONATURA  - Miele: Miele di castagno
  • FORMAGGI ERBORINATI Miele: Miele di castagno
  • FORMAGGI STAGIONATIMiele: Miele di bosco
  • CAPRINO Miele: di tiglio o di erbe officinali
  • CRESCENZA Miele: Miele al cioccolato e alla nocciola
  • MOZZARELLA Miele: Miele di girasole e di erica

Se vivi a Torino e Provincia, prova l'abbonamento spesa Formaggio e Miele

giovedì 17 ottobre 2013

Ottobre dolce dormire

Ottobre dolce dormire

Lo so, è Aprile dolce dormire, non Ottobre ...

C’è un pensiero che toglie il sonno come l’arrivo del freddo, la mancanza di luce, i ritmi serrati a casa e al lavoro: come superare lo shock del cambio di stagione?

Prima di citare i 10 trucchi per tornare a fare sonni tranquilli una precisazione: dormire bene è una questione personale; oltrettutto il fabbisogno quotidiano di sonno non è uguale per tutti. Quindi, al di là di qualsiasi regola, la cosa più importante è ascoltarsi, percepire il proprio corpo e le sensazioni di stanchezza o riposo.
 

  1. Non assumere nelle ore serali sostanze eccitanti come bevande a base di caffeina, cioccolate calde e alcolici. Evitare anche il fumo, già!
  2. Bere tisane a base di erbe con effetto calmante come camomilla, valeriana, biancospino, melissa, dolcificati col miele.
  3. Evitare di svolgere attività molto impegnative prima di andare a letto. Il lavoro in particolare lasciamolo al giorno successivo!
  4. Temperatura della stanza: né molto fredda, né molto calda.
  5. Andare a letto e alzarsi sempre alla stessa ora.
  6. Non mangiare, guardare la tv o usare il pc portatile a letto.
  7. Fare una cena leggera, ma senza esagerare. No ai cibi in scatola che hanno un eccesso di sodio, piatti troppo speziati e salati. Sì ad alimenti “rilassanti” per l’organismo come verdure, lattuga, pomodori, broccoli, formaggi freschi e frutta di stagione.
  8. Fare un bagno caldo con oli essenziali dall’effetto sedante, per coccolarsi un po’ e rilassarsi grazie a calore e profumo.
  9. Aspettare qualche ora prima di andare a dormire; non andare a letto subito dopo aver mangiato, perché rende più difficoltosa la digestione.
  10. Lasciare alle ore diurne l’intensa attività fisica; prima di andare a dormire è consigliabile eseguire solo qualche esercizio di rilassamento come stretching, pilates, yoga.

Quindi il trucco è una vita salutare, con cibi salutari, freschi, Bio,  e di stagione.
Ed una buona tisana con un bel cucchiaino di miele artigianale e Biologico.
Se vivi a Torino e Provincia, approfitta dell'Abbonamento Spesa, per avere direttamente a casa tua cibi al 100% BIO sani, freschi e buoni.
Approfondisci la tua conoscenza del mieli, prova i nostri mieli rari.

giovedì 10 ottobre 2013

Sua eccellenza - "La Zucca"

Zucche vuote o Zucconi? 


...un popolo di zucche sapienti, zucchini a gruppetti, zucchette incapaci, zuccone ostinate, zucconi in disgrazia di potere, esponenziali e abbigliate zucchette con inetti pensieri  e c'è pure chi ha l'ulcera e il zucchetto se lo mette in testa...
“Hai la testa vuota”, “Sei un zuccone”, “Hai la testa come quella di una zucca”, significa dire a qualcuno che èuna testa vuota.
Tante troppe zucche, che sempre zucche rimangono anche se gran cervello pensan d'avere!
Quasi sicuramente queste espressioni trovano radici nella cultura contadina passata.

Sua eccellenza
"La Zucca"
E' dolce ma non ingrassa. E' ipocalorica, ma sazia a volonta'. E' ottima come antipasto, ma anche come dessert.
Vuota o piena, pesante o leggera, estiva o invernale, ornamentale o commestibile, la zucca e' un vegetale eclettico.
La si puo' gustare a tavola, ammirare nelle tele dei pittori o nelle forme decorative di fantasiosi artigiani, si puo' farne fioriere e zuppiere, beneficiarne come sciroppo ricostituente o crema emolliente per la pelle.

Perché, per essere un ortaggio, la sua polpa è dolce come quella di un frutto.
Un dolce particolare pero', solare e fondente, che in gastronomia - per ricordare gli esempi più tipici - rende inconfondibile il sapore del ripieno dei tortelli di Mantova come quello dei cappellacci di Ferrara.

E dove, se occorre, può essere protagonista dall'antipasto al dessert, come dimostra il seguente menu': zucca fritta, torta di zucca e amaretti, rotolo di zucca e spinaci, pane di zucca, frittata di zucca, polpettone di zucca, risotto di zucca, crema di zucca, composta di zucca e cipolla e - perché' no? - gelato di zucca.

Le zucche sono buone, non necessariamente belle. Qualche volta, anzi, assumono aspetti decisamente orribili. In particolare il 31 ottobre, la vigilia di Ognissanti: il giorno, cioè, in cui si festeggia Halloween.

Ma attenzione alle varietà, esistono infatti delle verietà non commestibili, come le
zucche Mammut.

In commercio in questo periodo si trovano proprio queste, arancioni, grosse, schiacciato ai poli e polpa gialla.


Perchè acquistare una zucche che non puoi mangiare solo per fare decorazione di una sera?

Se vivi a Torino e Provincia, approfitta dell'Abbonamento Spesa, per avere direttamente a casa tua cibi al 100% BIO sani, freschi e buoni.

giovedì 3 ottobre 2013

L'antico mais "Pignoletto rosso"

Pignoletto Rosso

Nel Canavese è tempo di farina, polenta e di biscotti di Meliga. 
Ma rigorosamente al Pignoletto Rosso, una delle varietà di Antichi Mais recuperata dagli agricoltori, coltivata con metodo biologico, macinata a pietra e inserita nel “Paniere” dei prodotti tipici della Provincia di Torino.
 
La storia del Pignoletto Rosso nasce da un seme autoctono, che gli agricoltori hanno selezionato con cura, seminato e poi raccolto di anno in anno sui ettari di campagna circondata da boschi che costituiscono una barriera naturale contro l’impollinazione con altri mais ibridi. 

Il risultato di un lungo e paziente lavoro manuale sono il recupero e la valorizzazione di una varietà di “Meliga” che aveva rischiato l’estinzione, con un grave danno per la biodiversità. 

Ritrovata la sua specificità, da qualche anno il Pignoletto Rosso è entrato, appunto, a far parte del “Paniere” e del novero degli Antichi Mais Piemontesi.

Gustosa, profumata e dall’inconfondibile fragranza, la farina di Pignoletto Rosso si presenta come un prodotto oltretutto versatile, ottimo sia nella preparazione di piatti salati che in quelli dolci, conferendo ad ogni ricetta un sapore unico. 

Il progetto Pignoletto Rosso ha saputo coniugare il recupero di una varietà di mais ormai in estinzione con la creazione di una farina eccellente, il recupero di una campagna abbandonata con il procedimento di coltivazione biologica, il recupero di un piatto della tradizione con l’impiego di un prodotto che è diventato anche veicolo promozionale del territorio.