lunedì 2 maggio 2016

Sambucus nigra ovvero Sambuco comune

Il sambuco comune è una pianta legnosa a foglie decidue, è una specie molto diffusa in Italia soprattutto negli ambienti rurali, lungo le linee ferroviarie, parchi, boschi umidi e rive di corsi d'acqua, comunissimo lungo le siepi campestri, nei boschi planiziari e submontani e presso i casolari di campagna
Il sambuco è un albero alto circa 4 - 6 m, i rami portano delle foglie di colore verde scuro imparipennate con margine dentato - seghettato.
I fiori sono molto vistosi, larghi 10 – 20 cm.
Fiorisce tra aprile e giugno.
I frutti sono delle bacche nerastre, nero-violacee o rosse, lucide, che contengono un succo di colore viola-porporino scuro, impiegato anche per colorare i vini .

La pianta presenta rami con midollo molto grosso, bianco, leggerissimo e compatto, che viene raccolto ed impiegato per costruire giochi popolari di origine contadina come lo "scioparolo", nel quale tagliandone un ramo di diametro 4-5 cm e di lunghezza 20-25 cm viene tolto il midollo ed inserito al posto di esso un ramo poco più lungo e di pari diametro del midollo appena tolto.

Facendo scorrere velocemente al suo interno il rametto fa partire una pallina di canapa arrotolata precedentemente inserita e posta estremità dello "scioparolo".
Era un gioco povero e antico di cui oramai si sono quasi perse le tracce.
Viene scelto questo tipo di legno per la sua estrema leggerezza.
La corteccia dei rami stessi presenta rade e grosse lenticelle.


Il sambuco presenta proprietà medicinali - erboristiche riscontrabili nei frutti e nei fiori. Tutto il resto della pianta, semi compresi, è velenoso poiché contiene il glicoside sambunigrina. Estratti da corteccia, foglie, fiori, frutti e radici erano usati nel trattamento di bronchiti, tosse, infezioni del sistema respiratorio superiore e febbre.

Della pianta di sambuco si sfruttano principalmente i fiori e le foglie. Dal punto di vista nutrizionale, il vegetale è ricco di vitamine A, B1, B2, B3, B5, B6 e C, a cui si aggiungono flavonoidi, triterpeni, glicosidi, zuccheri e tannini.

Dai fiori si ricava solitamente un infuso, noto per la sua capacità di aumentare la sudorazione corporea, così da favorire l’eliminazione delle tossine e la contenzione della temperatura durante gli stati febbrili.

Uniti alle foglie, i petali in infusione vengono impiegati per la creazione di tisane contro i problemi delle vie respiratorie, come asma, tosse e raffreddori, anche perché i flavoni della pianta hanno un effetto vasodilatatore che sblocca tutte le occlusioni dovute dal muco in eccesso.

Per questo, fiori e foglie possono essere adoperati anche per migliorare la circolazione sanguigna, soprattutto quella periferica, sia con l’assunzione orale che con impacchi localizzati per limitare la rottura dei capillari o per un rapido sollievo alle scottature. 

Sempre in impacco e sempre per le sue proprietà sulla circolazione, il sambuco è utile anche per lenire il dolore a gambe e articolazioni nelle donne, così come il gonfiore dovuto ad attività fisiche intense o a una giornata sui tacchi. 

Negli uomini, invece, la tisana è largamente utilizzata per contenere i fastidi del mal di schiena.

Le bacche sono principalmente composte da acqua, ma al loro interno non mancano carboidrati, fibre e sali minerali come il potassio, il magnesio, lo zinco, il sodio e il calcio.
 

Il loro impiego è quasi strettamente legato al benessere dell’apparato digerente, grazie alla loro unica capacità di risolvere anche le più grave condizioni di stitichezza.

La preparazione è solitamente in decotto o in tisane e l’assunzione ha un immediato effetto lassativo, quindi il ricorso è sconsigliato a chi soffre di dissenteria frequente o di infiammazioni croniche al colon o al retto.
Abbinare alla corteccia, le bacche di sambuco possono avere anche effetti diuretici utili per il benessere di reni e vescica, mentre in impacco aiutano a ridurre il gonfiore locale e a contenere gli eccessi di sebo.


Ha inoltre molteplici utilizzi tra i quali:
  • usato come aroma nel pane per fare il "pane col sambuco"
  • I fiori si impiegano in erboristeria per la loro azione diaforetica
  • con i fiori è possibile fare uno sciroppo, da diluire poi con acqua, ottenendo una bevanda dissetante. 
  • lo sciroppo è utilizzato anche nella preparazione di cocktail
  • si può far fermentare lo sciroppo diluito, ottenendo così una specie di spumante.
  • dai fiori si ricava un estratto che viene utilizzato per la produzione della sambuca, liquore a cui ha dato il nome ma che, nelle ricette attuali, è prevalentemente basata sull'anice.
  • le bacche sono mangiabili solo dopo cottura e vengono impiegate per gelatine e marmellate, però non bisogna abusarne a causa delle proprietà lassative. 
  • le bacche vengono utilizzate anche per minestre dolci
  • la pianta viene utilizzata anche a scopo ornamentale, mentre dal tronco si ricava un legno duro e compatto, utilizzato come combustibile e per lavori al tornio, il legno dei giovani rami al contrario è tenero e fragile.
  • il succo delle bacche, fresco o fermentato, è usato per produrre inchiostri che, a seconda della specie, delle condizioni della pianta e della ricetta, possono apparire blu, blu/nero, marrone, lilla, rosso
  • contro i topi nell'orto, nell'agricoltura biodinamica, se ne utilizza il macerato.
    In 20 litri di acqua si macerano 10 chili di foglie di Sambuco.
    Dopo una decina di giorni la poltiglia che rimane si diluisce ancora in 10 litri di acqua. Irrorare più volte intorno alle piante attaccate dai topi.
Tutte le parti della pianta sono tossiche per la presenza di cianuro e vari alcaloidi.

Fanno eccezione i fiori e le bacche mature, ma non i semi al loro interno.
 

Nella preparazione di marmellate la cottura o la macerazione delle bacche sono sufficienti a far sì che i composti cianogenetici si volatilizzino completamente.

Nel caso di un'ingestione accidentale i sintomi dell'intossicazione sono gli stessi dati dall'ingestione delle mandorle amare che egualmente, com'è noto, contengono composti cianogenetici.

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