martedì 17 maggio 2016

Latte di Gallina


Una cosa è certa: non si vende al supermercato, non esiste nè intero nè parzialmente scremato e non è neanche a lunga conservazione.

Mi spiace per coloro che volevano provarlo perchè intolleranti al latte di mucca.

Si chiama ornitogalo e lo possiamo trovare però gratis nei campi, nei vigneti, negli incolti, lungo le strade dove si sviluppa con grande facilità e con fioriture molto appariscenti, anche in questo controverso priodo primaverile.

Il latte di gallina ovvero Ornithogalum umbellatum è una pianta erbacea perenne con bulbi sotterranei, appartenenti alla famiglia delle liliacee, l’origine del nome si deve al greco “ornis” = gallina, uccello, e “gala” = latte, il suo nome Latino è quindi dovuto al lattice bianco contenuto nel fusto e la forma del fiore.

Attenzione però, è una dama tossica, infatti la pianta contiene colchicina, soprattutto nel bulbo, nonostante cioò è una pianta edibile, i fusti fioriferi vengono lessati e consumati come il più comune asparago coltivato.

Si conservano anche sott'aceto.

Questa specie di ornitogalo è la più diffusa in Italia ed in generale in Europa, dalla Gran Bretagna fino alla Turchia, abbondante anche in Nordafrica e naturalizzata negli Stati Uniti d'America ed in Canada.

È apprezzata per i suoi bei fiori bianchi che sbocciano in luoghi incolti ed in prati fino a ca. 1500 m di altitudine
I fiori sono situati in ombrelle rade, corimbi, all'apice di corti steli, 12-18 cm.
Ogni pianta può portare fino a 20 fiori, ma generalmente sono solo 5-6. 
All'esterno i petali sono verdi e i fiori chiusi sono poco appariscenti. 
Essi si aprono in primavera a forma di stella solo nelle ore diurne, a questa caratteristica è dovuto il nome inglese Star of Bethlehem, mentre i nomi volgari italiani sono Latte di Gallina e Cipollone bianco.

Esistono però più di 150 specie di questo genere.
Varie specie sono di origine mediterranea e non presentano difficoltà nella coltivazione. Anche quelle provenienti dall'Asia sono generalmente assai rustiche.
Più difficili, perché suscettibili al freddo, sono invece quelle originarie dal Sudafrica. Quest'ultime vengono commercializzate in primavera.

L'eccezione più importante è costituita da Ornithogalum dubium, una bellissima specie con fiori giallo-arancione, disponibile anche in autunno, ma consigliata solo per la coltivazione in vaso.

 
Tutte le parti delle piante sono altamente tossiche.

Si sono verificati casi di intossicazione grave quando i bulbi degli ornitogali sono stati mangiati invece dei prelibati lampascioni. 


A tutti gli stressati di questo mondo, farà comodo questa ricetta ricostituente, che è il nettare dell’espressione che dà il titolo a questa sezione.


Il latte di gallina è, nella gastronomia, una bibita corroborante che si elabora sbattendo un tuorlo d’uovo con abbondante zucchero e poi si diluisce con latte bollente e con un’aggiunta di cognac o rum. 

La versione popolare del l comprende un’ampia gamma di bevande a base di tuorli d’uovo frullati con acqua e zucchero, o sbattuti nel brodo a bagnomaria. 

Sicuramente nei ricordi d’infanzia di molti sarà presente un ricostituente di questo tipo, una ricetta familiare che si tramanda di generazione in generazione, almeno fino all’arrivo sul mercato delle bibite energetiche! 

In senso figurato, il latte di gallina è qualsiasi cibo o bevanda squisita o rarissima e introvabile, per il fatto che gli uccelli non producono latte. 
In botanica invece il latte di gallina è l’aglio selvatico (Ornithogalum bellatum), un’erba bulbosa delle liliacee piuttosto comune sia nelle regioni mediterranee che nell’Europa centrale.


E visto che il latte di gallina si cuoce a bagnomaria, è il caso di andare a vedere da dove deriva questa espressione, che a volte si trova scritta anche nella forma staccata, bagno Maria.

Il metodo di cottura o di riscaldamento delle pietanze denominato balneum Mariae è molto più antico di quanto si possa pensare, si perde nella notte dei tempi.
La Maria che inventò il metodo fu probabilmente Maria Giudea, che la tradizione identifica con Miriam, sorella di Mosè e Aronne, considerata nel mondo antico e nel Medio Evo come la depositaria dell’arte magica e alchimistica del popolo ebreo.
L’uso che si faceva anticamente del bagnomaria fu quindi assai diverso da quello che conosciamo oggi.


Veniva preparato con il latte appena munto e le uova di gallina nostrane.

Gli adulti lo bevevano quando erano raffreddati, alla sera, prima di addormentarsi.

Ingredienti

  • 4 tuorli d’uovo
  • 8 cucchiai di zucchero
  • 1 litro di latte
  • 1 bicchierino di cognac o rhum
  • 1 stecca di vaniglia

Preparazione

Far bollire il latte con la stecca di vaniglia e nel frattempo sbattete i tuorli d’uova con lo zucchero, sino a quando il composto sarà spumoso.
Aggiungete a poco a poco il latte bollente aromatizzato con il cognac (o il rhum), avendo cura di mescolare molto lentamente.

Servitelo caldo in appositi bicchierini o in tazzine da caffé.

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